A volte quando tutti stanno insieme a casa a parte me, mi sento male. Come se mi fossi persa qualcosa di essenziale e la mia relazione con loro sarà meno profonda per via di ciò che si sono detti mentre non c'ero, e di cui quindi non sono stata partecipe.
Sono troppo dipendente da X, voglio disperatamente dimostrarle quanto le voglio bene, forse penso che ne guadagnerò qualcosa, ma la verità è che X sa già quello che deve sapere e anche se facessi delle capriole e dei salti acrobatici per venire amata di più da X, non cambierebbe niente. Il mio bisogno di amore è sconfinato, e a quanto pare mi ossessiono su una persona e cerco di far sì che si comporti nei miei confronti come vorrei io, perché così vorrei che mi facesse sentire amata. Ovviamente non è compito di X farmi sentire amata, né di nessun altro. Forse è lui che mi ha insegnato ad aggrapparmi così a qualcuno, anche se in realtà da piccola sceglievo sempre un insegnante di cui ricercavo costantemente l'approvazione. Però non mi sembra che fosse pesante come lo è adesso.

Non è che non mi piaccia la solitudine, in realtà ne ho bisogno. Ma mi sento dimenticata, inesistente. Come se adesso ci fossero veramente poche persone che ogni tanto pensano a me e, in sottofondo, nella mia mente c'è questa consapevolezza che, prima o poi, non ce ne sarà più nessuna.

Se non parlo con nessuno della mia vita, se non ho nessuno a cui rivolgermi e raccontare le mie cose, allora mi sembra di non esistere più. Forse è perché dai 17 ai 21 anni sono stata abituata ad avere un fidanzato che potevo contattare in ogni minuto. E quindi adesso che non c'è più mi sembra strano non raccontare ogni cosa che mi passa per la mente a qualcuno. Percepisco un senso di vuoto, a volte mi sembra che non ci sia più significato nelle azioni che faccio.
Poi è stata una relazione in cui eravamo fin troppo dipendenti l'uno dall'altro, che è uno dei motivi per cui sono sollevata che sia finita, perché non faceva bene né a me né a lui.
Cioè io avevo 17 anni, ero cretina, ragionavo proprio come una bambina, la mia mentalità era che avrei trovato un fidanzato ad un certo punto e basta, che saremmo stati insieme nei secoli e morta lì. Poi lui dall'inizio mi ha sempre detto cose esagerate, che vabbè poi dopo anni mi sono resa conto fosse love-bombing e basta. Però a 17 anni quando lui mi diceva ste cose esagerate, ste dichiarazioni di amore eterno, io ci credevo proprio, mi sentivo un po' a disagio in realtà, però alla fine pensavo che fossero cose belle. Però adesso mi rendo conto che la mia mentalità infantile, per cui pensavo di stare con un'unica persona tutta la vita, si è proprio sedimentata anche per via del suo love-bombing. Lui ha sempre fatto giochi mentali, io me ne sono resa conto solo recentemente perché evidentemente questi giochi mentali funzionavano molto bene. Io mi sentivo in dovere di fare funzionare le cose con lui, lui poteva farmi di tutto, mi mancava di rispe...

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Il mio ex mi ha detto che si sente solo e vuoto, gli ho detto che andrà meglio prima o poi, ma lui ha detto che ne dubita. Quando ha detto così ho pensato che se lui ne è così sicuro, forse allora non andrà mai meglio neanche a me.
Entrambi pensiamo che rimarremo soli in eterno.

Tutti mi dicono che mi faccio problemi per niente, ma non so come non farmeli. Non riesco a smettere.
Penso che anche mia madre sia stufa di sentirmi.

***

È iniziato stamattina.
X mi ha chiesto se volessi andare con lei da una sua compagna stasera e ho detto di no, ho iniziato a preoccuparmi che le possa aver dato fastidio. In realtà razionalmente ne dubito.
Ho detto di no anche quando mi ha detto di andare al supermercato insieme ieri perché io non dovevo fare la spesa. Mi sono preoccupata anche per quello.
In realtà la mattina mi sono svegliata con l'ansia, ma poi mi sono ripresa. Ho disegnato un attimo e quindi stavo abbastanza bene. Poi sono uscita a pranzare con X. Abbiamo guardato due episodi di una serie, mi è salita un po' d'ansia all'inizio perché nei momenti in cui stiamo in silenzio a volte mi preoccupo. Penso di dover dire qualcosa, o che sia un problema il fatto che non stiamo parlando.
Quando abbiamo finito e ci siamo separate, mi è montata ancora di più l'ansia, spesso dopo un'interazione sociale ho ansia, mi chiedo se ho fatto abbastanza, se forse dovevo fare di più, essere più presente. A volte faccio fatica ad essere presente.
X poi ha fatto la solita videochiamata del sabato con la sua famiglia. Lei parla un sacco con i suoi fratelli, io non ho fratelli, ma quando li sento parlare mi sento sola. Io non riesco a parlare così con la mia famiglia, mio padre e mia nonna mi chiamano, ma io mi esprimo poco e non riesco a intavolare una vera conversazione. Appena mi sono trasferita mi chiamava anche mia zia, ma ha smesso quasi subito, probabilmente perché io non parlavo quasi per niente. Quando vedo come gli altri parlano con facilità e come si sentono a proprio agio con gli altri, mi sento sola. Io non sono così.
Mi ha anche scritto il mio ex, nel momento in cui ci siamo separate. Mi ha scritto che ha litigato con i suoi amici e lo hanno escluso dal gruppo, mi ha scritto letteralmente: "In questo periodo sto perdendo un po' tutti". Implicando ovviamente anche me. Mi dispiace che non abbia nessun altro con cui parlare di queste cose, perché se le scrive a me, che sarei l'ultima persona che dovrebbe contattare, deve essere così. Mi sento come se lo avessi abbandonato e per tanti anni ho legato le mie emozioni alle sue, se lui stava male mi sentivo chiamata in causa come se avessi il dovere di farlo stare bene. Anche adesso che mi dice queste cose, per cui, mi sento come se mi riguardasse.
Da quando siamo tutti in casa mi sento un po' soffocare. Mi piace andare a lezione da sola, ma ora non posso più farlo perché io e il mio coinquilino seguiamo gli stessi corsi, per cu...

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Mi sono innamorata di una ragazza.
Nessuno sa che a me possono piacere le ragazze.
I sentimenti che provo per lei sono troppo forti, vorrei che scomparissero. Non lo posso confidare a nessuno perché se si venisse a sapere sarebbe la fine. Viviamo insieme, si creerebbe un ambiente imbarazzante per colpa mia.
Mi sento disgustosa, me ne vergogno. Dovremmo essere solo amiche, se lei lo sapesse chissà che penserebbe di me.
Mi sono innamorata di lei mentre stavo ancora con il mio ex, questo mi porta ad odiare me stessa. Mi odio, mi faccio schifo.
Vorrei che questi sentimenti scomparissero.
Dovrei conoscere altre persone, ma ho talmente tanta ansia. Non ne sono in grado. Non so come fare.
Mi è già capitato una volta di prendermi una cotta che non aveva speranza per una ragazza, ma non ci soffrivo così. Forse perché poi mi sono fidanzata con il mio ex e quindi l'ho dimenticata. Forse perché non ero sola come lo sono adesso.
Vorrei riempirla di regali, che è il modo in cui esprimo amore a quanto pare, riempivo di regali anche il mio ex. Ma quando vedo qualcosa che potrebbe piacerle mi devo frenare, perché sarebbe eccessivo comportarsi così fra amiche. E nessuno lo deve sapere.
Forse sento il disperato bisogno di dedicarmi ad un'altra persona e basta. Però lei mi piace proprio tanto, quindi non penso sia solo quello, purtroppo. Non vedo l'ora che finisca, mi deve passare. Poi io tendo ad essere possessiva, per cui le rovinerei solo la vita, mentre lei si merita di essere tranquilla. Io sono un tormento, sono grata al mio ex per avermi amata nonostante questo.
Vorrei sentirmi amata. Ma sono come un unico grande buco nero.
Devo lavorare su me stessa e devo aggiustarmi.
E forse un giorno ci sarà qualcun altro che stimo così tanto come stimo lei, che mi piaccia così tanto e mi faccia sentire così bene.
Lei è così con tutti, è molto calorosa e si prende cura degli altri. Spesso la invidio, vorrei essere più come lei, invece io sono chiusa e tendo ad allontanarmi dalle altre persone. Non mi piaccio.
Vorrei essere un'altra persona.
Come fanno gli altri ad essere felici?

Edited by Lonely_Húdié - 19/3/2024, 15:43

Non mi capisco più molto. È un brutto periodo, ma non so dove ha iniziato ad andare tutto storto. Appena cinque mesi fa ricordo distintamente di avere pensato: "Finalmente sono felice". Le cose con il mio ragazzo andavano bene, ci sentivamo spesso, avevo trovato degli amici e stavo bene.
Poi ho iniziato ad avere delle paure, avevo paura di venire esclusa dal mio gruppo di amici, una paura che ho tutt'ora e che mi crea molta ansia. Ho paura di essere il membro meno importante del gruppo, di venire lasciata indietro, di non essere abbastanza partecipe. All'inizio non avevo queste paure, sono iniziate in un momento in cui ho visto che due amici del gruppo si erano avvicinati, si scrivevano in privato oltre alle conversazioni che avevamo tutti insieme, mentre con me non scrivevano, nonostante ci conoscessimo da più tempo. Ho iniziato a preoccuparmi di stare rimanendo indietro e che se loro si fossero avvicinati così tanto, poi prima o poi sarei diventata una persona di contorno. All'inizio non mi toccava così tanto, ma poi una mattina non appena mi sono svegliata mi è salita un'ansia fortissima, pensavo a come io fossi meno importante per i miei amici, che fossero più legati fra loro di quanto lo fossero con me. Questi pensieri mi fanno venire molta ansia, tanto da avere delle crisi di pianto. Anche adesso penso che fra loro si sentano più a proprio agio, mi ero confrontata su questa cosa con un mio amico e con il mio ex, loro mi avevano detto che probabilmente era una mia impressione. A volte ci penso, ma non saprei, non riesco a rendermi conto se davvero è così.
Ci vuole poco a farmi cadere nell'ansia, colgo ogni minimo segnale, anzi mi vado proprio a cercare segnali del fatto che gli importi meno di me a quanto gliene importi l'uno dell'altro.
Io tornavo a casa due volte al mese. Una volta uno dei due doveva andare via per un paio di giorni, quindi lui e l'altra amica non si sarebbero visti per due giorni. Hanno detto: "Non ci vedremo per due giorni, o mio Dio, come faremo" e si sono abbracciati. Sono andati avanti un po' con questa cosa. Io ero lì che pensavo che io spesso me ne andavo, e non ci vedevamo per qualche giorno, ma nessuno aveva mai fatto una scena del genere.
Non lo so. Fatto sta che stavo molto male per questa cosa, quindi toglievo del tempo che passavo con il mio ragazzo per potere stare con loro. Ho trascurato abbastanza il mio ragazzo in quel periodo, quasi non avevo più voglia di stare con lui. Poi ho iniziato ad essere infastidita da ogni cosa che lui faceva, lo criticavo sempre, per quattro anni lo avevo sempre prioritizzato sopra tutto, invece improvvisamente lo trascuravo e praticamente non mi piaceva più. Sono comunque successe tante cose fra di noi, è stata una relazione un po' difficile e spesso anche in passato avevo voluto lasciarlo, ma non riuscivo a staccarmi da lui. Questa volta ho effettivamente preso la decisione di lasciarlo e l'ho fatto. ...

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Di questi tempi si parla molto della teoria dell'attaccamento, io non ne conosco l'affidabilità, ma mi ci rivedo pienamente. Riconosco nella descrizione dello stile d'attaccamento ansioso l'origine dei miei problemi attuali.
Ho capito che le relazioni per me più strette mi rendono sempre ansiosa, terrorizzata e insicura. È stato così con il mio ragazzo ed ora è così con i coinquilini che considero la mia famiglia.
L'articolo che ho letto a riguardo parlava di varie tendenze: essere costantemente all'erta alla ricerca di segnali che indicano che l'altra persona ti abbandonerà, concentrarsi sugli aspetti negativi, pensare che succederà il peggio e ruminare su questo tipo di pensieri, provare un senso d'urgenza riguardo al passare del tempo con le persone a cui si tiene, vivere momenti positivi non è mai abbastanza, ci sarà sempre diffidenza. Chi ha un attaccamento ansioso non confida che le persone riescano a soddisfare i suoi bisogni, perché è ciò che ha imparato venendo cresciuto da bambino.
Dico che mi ci rivedo pienamente perché da bambina ero sola. Provavo molta ansia, molta tristezza, ma non venivo capita e non potevo esternarlo. Crescendo mi è stato dimostrato che meritavo amore solo se prendevo bei voti a scuola, altrimenti venivo ignorata o abusata verbalmente. Penso che tutto ciò abbia portato al modo in cui mi relaziono alle persone oggi.
Vorrei essere una persona diversa, essere come le mie nuove amicizie: qualcuno su cui gli altri possono fare riferimento, qualcuno così caloroso che si sa prendere cura degli altri, che sa quando dire la cosa giusta, qualcuno con così tanti interessi, così appassionato, che si sa far voler bene da tutti, qualcuno di così aperto e che sa dire le cose difficili, qualcuno che va per la sua strada, non come me, che sono sempre bloccata nella mia mente.
Questi non sono pensieri che posso confidare a qualcuno. Sono troppo complicati e, soprattutto, me ne vergogno molto.
Ci sono diverse realtà che devo imparare ad accettare, ma che per ora sto combattendo.

Edited by Lonely_Húdié - 17/12/2023, 10:29

"Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta.
Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta."
- Midori, Norwegian Wood, H. Murakami

Da piccola cercavo nelle mie citazioni preferite qualcosa che mi rispecchiasse, ma in realtà mi ci inserivo a forza. Più che altro cercavo di crearmi la personalità che ancora non avevo. Ora, però, penso spesso ad alcune frasi che mi colpirono allora. In questo periodo penso in particolare alle parole di Midori.

Ero una ragazzina che non aveva bisogno di nessuno, anzi a cui gli altri davano fastidio. Mi sono rinchiusa per la maggior parte dei miei anni di formazione, ed oggi penso che mi abbia danneggiato. Fatico a mantenere i rapporti e ad avere un atteggiamento positivo nelle amicizie. Sono abituata ad avere un'amica alla volta, e ad essere solo io e lei. Le dinamiche di gruppo non mi sono familiari. Non c'è il rischio di venire lasciati indietro? Non so cosa gli altri pensino, riempio quelle lacune con l'immaginazione, e mi spavento.
Mi accorgo di avere un grande, enorme bisogno d'affetto, di incolpare ingiustamente dentro di me, una ad una, le persone che ho attorno perché non me ne stanno fornendo a sufficienza, quando in realtà penso si tratti di un desiderio incolmabile.
Ma davvero sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta? E' un pozzo senza fondo di bisogni inespressi e, per un'infanzia intera, insoddisfatti. Non c'è modo di sapere se questo bisogno non si sarebbe creato, se per tempo mi fosse stato somministrato dell'affetto incondizionato. Mi chiedo come lo faccia a sapere Midori, o se le sue parole siano soltanto una teoria dello scrittore.
Scrivere mi fa sentire piena, ma rare volte ho la lucidità per farlo. Mi sono svegliata nel pieno della notte, ho sentito brevemente il canto degli uccelli che mi riporta a quando, nella stanzetta a casa dei miei nonni, facevo le ore piccole leggendo, o giocando. Mi fa sentire come se mi riallacciassi con me stessa, così come scrivere.
Improvvisamente rimpiango tutte le amicizie di cui in passato sottovalutai il valore, mancando di coltivarle. Dopo un periodo di intensa solitudine, ho stretto nuovi legami, ma in me c'è una forte paura di non riuscire nuovamente a custodirli nel tempo.

Edited by Lonely_Húdié - 16/12/2023, 19:26

Essenzialmente ogni post su questo blog contraddice quello precedente. Ho mollato la scuola di illustrazione dopo un anno. Non so bene delinearne le motivazioni, ma disegnare non mi piaceva più se dovevo farlo per scuola, o per soldi. E' passato più di un anno da quando ho mollato e non ho più disegnato da allora. Mi sono iscritta alla facoltà di cinese e ho frequentato già il primo anno, che è andato abbastanza bene dati i presupposti: ho frequentato poco e, per via di problemi di cuore, sono stata male per molto tempo. Si è appena conclusa la prima settimana del secondo anno, sono in uno stato mentale piuttosto buono. Ho frequentato ogni lezione e conto di continuare così, domani sarò fuori casa dalle tre di pomeriggio alle sette di sera. Mi tengo occupata studiando di pari passo i nuovi corsi, preparando gli esami arretrati e coltivando gli interessi lasciati a naufragare da un po'. Mi basta fare un po' di questo ogni giorno per avere l'impressione di stare migliorando. Mi rendo conto che, da tre anni, in questi post non faccio altro che parlare di cambiamenti, che avvengono spesso nell'ambiente che mi circonda, evidentemente, ma quelli auspicati dentro di me mi sembra che non avvengano, o comunque che non durino. Sto comunque studiando molto, anche l'anno passato ho studiato molto, nonostante tutto. Per questo sono abbastanza contenta. Dopo gli avvenimenti dell'anno scorso ho sviluppato un bisogno di controllo su ciò che mi circonda, dal cibo alle relazioni, alle mansioni da fare in una giornata, sto cercando di non lasciare che prenda il sopravvento, soprattutto nel secondo ambito. Da quando mi sono trasferita, inoltre, mi sembra che il tempo che trascorro con i miei cari quando torno a casa non sia mai valorizzato abbastanza, quando ci separiamo, provo sempre un sentimento di rimorso, mi chiedo se io e l'altra persona ci siamo goduti abbastanza, oppure no, quel tempo limitato trascorso insieme.
Darò un'occhiata alle sezioni del blog, poi mi mangerò qualcosa davanti a qualche video. Poi continuerò la preparazioni di un esame arretrato. Prima di dormire guarderò qualche episodio di Little Women. Le mie settimane sono divise in due, tre giorni di lezioni e quattro giorni in cui mi gestisco le attività a casa. E' un buon equilibrio.

Fine.

Edited by Lonely_Húdié - 17/12/2023, 10:17

Non scrivo da un bel po'. Sono tornata perché quando mi perdo vengo qui.
Ultimamente fatico a dormire. Di sera sto male e non mangio più da sola, quindi mi dimentico continuamente di prendere le pastiglie. Prima di dormire sto sempre male, in questo periodo. Forse sempre, in realtà.
Comunque, leggere i vecchi post mi fa un po' ridere, perché nulla di ciò in cui speravo è più successo e mi sono accorta, grazie a questo, che mi illudo spesso. Senza accorgermene però, quindi chissà come mi sto illudendo ora!
Ma non importa... Piuttosto, ho cominciato la scuola di illustrazione. Sono in super ritardo su ogni consegna. Ho scoperto di avere molta difficoltà a fare quello che percepisco come il mio dovere perché mi crea molta ansia. Non importa quale attività sia. Penso di dovere lavorare su questo e sul mio umore.
La mia relazione con amo è ancora viva. So che mi ama molto, ma a volte è un po' scemo. Io, però, sto migliorando sempre di più e riesco a parlare delle cose. Non è tutto semplicissimo, ma ne vale la pena. Lui è la persona più carina e adorabile che conosco. Siamo diversi, quindi bisogna tenerne conto.
Per ora è tutto, credo.

Fine.

Edited by Kokoduna_Chou - 31/12/2021, 15:46

Ho finito il liceo, 67. Ho avuto un opprimente senso di vuoto dopo l'esame. Se non fossi andata da un amico subito dopo... Penso sarei ancora in crisi,
ora.
A settembre inizio. Ora devo solo fare la patente... Non ne ho molta voglia, ma lavorerò piano piano. Forse, dopo averla fatta,
cambierà qualcosa...?
Sto cercando nuove cose da fare. Scrivere qualcosa di nuovo sarebbe bello. Per ora disegnerò un po', vorrei provare a disegnare in stile manga, moderno. Ci proverò perché è carino.

Fine.

Edited by Lonely_Húdié - 19/9/2023, 18:21

Ieri sono uscita con un gruppo di persone. E' stata la prima volta per me. Pensavo mi sarei sentita in ansia, invece ero semplicemente felice. Mi piacciono moltissimo e sono delle persone un sacco acculturate che mi spronano. Siamo molto in sintonia e spero che le nostre uscite diventino un'abitudine.
Siamo andati al cinema. Nomadland è carino, ma la parte di valore è stata parlare fra noi.
Ieri quando sono rientrata ho chiamato amo e siamo stati un po' insieme, il che è stato il coronamento di una bella giornata.
Lunedì ho il colloquio con la scuola di comics. Stasera cerco di racimolare dei disegni già fatti che siano decenti per arrivare a quota 10. Non ho tempo di farne di nuovi. Speriamo bene. Dopo questa, si studierà per l'esame e per le verifiche.

Fine.

Edited by Lonely_Húdié - 19/9/2023, 18:22